Regia: Emerald Fennell
Cast: Carey Mulligan, Bo Burnham, Clancy Brown, Jennifer Coolidge, Adam Brody
Ognuno di noi vive con la convinzione o, almeno, con la speranza, di essere una brava persona (“I’m a nice guy”, direbbe un qualunque americano medio).
Ma, nel caso in cui ci trovassimo a fare qualcosa di sbagliato, con l’intima (ma taciuta) consapevolezza di star agendo non proprio come farebbe una brava persona, e qualcuno (una ragazza all’apparenza sbronza, per esempio) ci sbattesse in faccia la dura realtà, come reagiremmo?
Con questo dubbio esistenziale di fondo viene scritta e diretta l’opera prima della trentacinquenne Emerald Fennell, regista di Promising Young Woman, la cui sceneggiatura originale, candidata agli Oscar, le è valsa l’ambita statuetta.
La protagonista di questo “popcorn-movie velenoso”, Cassandra (Cassie) Thomas, interpretata dalla britannica Carey Mulligan (la cui struggente interpretazione l’ha portata a concorrere alla 93° edizione degli Academy Awards come miglior attrice protagonista, non riuscendo, però, a farle avere la meglio sull’antidiva Frances McDormand), era una giovane donna promettente, una brillante studentessa di Medicina, intelligente e sagace, a cui la vita, però, ha tirato un colpo mancino, lasciandola a covare la sua rabbia rovente sotto il tetto dei suoi genitori e dietro il bancone di una caffetteria dozzinale (ma dall’aspetto perfettamente geometrico nelle inquadrature del film).
L’unico scopo nella vita della trentenne sembra essere vendicare la sua amica Nina, vittima di uno stupro in pubblica piazza.
Cassie cerca di porre rimedio, in modo che nessuno se ne dimentichi, ad un’ingiustizia che la società intera dà l’impressione di voler nascondere sotto il tappeto, mettendo la brava persona di turno di fronte al suo incubo peggiore: un incontro faccia a faccia con la propria coscienza, con il giudice intransigente nascosto in ognuno di noi.
Tra gesti rituali e il rifiuto di coltivare (almeno inizialmente) qualsivoglia interesse o ambizione, l’eroina proiettata sullo schermo dalla Fennell in questa brillante commedia nera ci porta a riflettere sulla mascolinità tossica e sulla normalizzazione culturale dell’idea secondo cui abbordare una ragazza ubriaca e portarsela a casa sia un aneddoto divertente da raccontare agli amici davanti ad una birra (molto commedia americana anni 2000, non vi pare?).
Durante lo sviluppo delle vicende che interessano Cassandra, le sue vittime e i suoi affetti, accompagnate da una fotografia ed una colonna sonora tanto pop quanto evocative e potenti, molte sono le citazioni cinematografiche (esplicite o meno) che passano sotto lo sguardo dello spettatore.
Su tutte, il palese richiamo al Joker di Joaquin Phoenix: osservando la protagonista mentre si prepara per una delle sue settimanali spedizioni punitive (guidata da un video tutorial dal titolo privo di mezzi termini), difficilmente non si coglie la somiglianza tra l’inquadratura allo specchio della bionda Cassie, con il suo rossetto sbavato, e quella d’apertura dell’acclamata pellicola di Todd Phillips (di cui parliamo qui).
Un parallelismo che prosegue nella caratterizzazione della giovane donna, per la quale, al pari del clown di Gotham, lo spettatore è portato a provare empatia, per il coraggio di scagliarsi contro una società miope, nonostante le evidenti controversie nel modus operandi.
Se infatti è vero che, in qualche maniera, la Cassie Thomas di questo revenge thriller è il frutto di quello che le è stato fatto, al pari del V di Alan Moore o della sposa di Quentin Tarantino, e si è portati, per questo, a comprenderla, se non a giustificarla, è altrettanto evidente che iniziare una crociata personale in cerca di giustizia possa, una volta varcata la soglia dell’irreversibile punto di rottura, scappare di mano ed avere pericolose ed inevitabili conseguenze.
Ma nonostante, o, probabilmente, grazie ai contrasti portati in scena, l’opera prima della regista britannica, questo spietato ed agrodolce racconto a tinte fosche di giustizia privata, ambientato in quello che appare come un instabile mondo delle favole, è una perla da conservare gelosamente nello scrigno della buona cinematografia.
Voto: 9/10
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