Cyberpunk e cinema: una storia d’amore distopica lunga 40 anni

Il cyberpunk è un sottogenere della fantascienza nato intorno agli anni ’80 del secolo scorso e che ha avuto un’influenza straordinaria nella cultura popolare come nella definizione della società attuale e futura.

Il principio su cui si fonda il cyberpunk è quello di una società tecnologicamente avanzata in cui l’uso degli strumenti informatici e cibernetici, diventa capillare e oppressivo per l’umanità che si ritrova spesso a vivere in una distopia causata da queste nuove tecnologie.

Le radici del cyberpunk derivano dalla corrente della fantascienza New Wave e dall’esplorazione dei tratti più oscuri e inquietanti della tecnologia e della società da parte di scrittori quali Philip K. Dick e J.C. Ballard, già capaci di immaginare gli scenari che diventeranno tipici del genere.

Partendo dalle basi di questi maestri del genere, autori come William Gibson e Bruce Sterling hanno costruito universi in cui l’essere umano viene schiacciato dalle sue stesse creazioni e dall’ambizione di creare mondi virtuali sempre più grandi e pervasivi e di modificare e migliorare il corpo umano fino a renderlo qualcosa di diverso e in qualche modo estraneo.

Cyberpunk Blade Runner
Cyberpunk Matrix

Cibernetica, follia, informatica e distopia

Nel cyberpunk, la componente punk del termine è rappresentata dalla devastazione e dai cambiamenti dell’ordine sociale che sono caratterizzanti delle narrazioni di questo filone della fantascienza incline a presentare dei mondi in disfacimento e delle società umane disgregate e in ridefinizione.

I mutamenti sociali e l’insediamento nelle vite di ciascuno di queste nuove tecnologie legate all’informatica vengono estremizzati, raccontati come rivoluzionari e divisivi e costituiscono l’inizio del disfacimento del mondo vecchio in favore di uno ancora sconosciuto e completamente nuovo dal punto di vista politico, economico, criminale e persino esistenziale.

Il cyberspazio, l’hacking, la vita virtuale e le modificazioni cibernetiche sono al centro della narrazione, così come il controllo massivo da parte degli organi di stato e il potere sempre più oppressivo e dominante di multinazionali enormi per influenza e potere economico.

L’individuo è solo e per scelta o per necessità, l’ecosistema ha ormai subito dei danni irreparabili e la società è divisa in classi sempre più nette e distanti tra di loro, mentre i concetti stessi di vita, di umanità e di intelligenza cambiano con lo sviluppo di coscienze artificiali e con l’implementazione di tecnologie in grado di modificare la biologia.

Nel corso degli anni  la letteratura, il cinema, i videogiochi e i fumetti sono stati sempre più influenzati dal cyberpunk e dalle tematiche legate al sottogenere grazie anche alla sottile e profonda critica sociale tipica delle sue opere che tendono a occuparsi dei problemi legati al capitalismo sfrenato, al controllo della popolazione e all’alienazione del singolo nelle comunità contemporanee, portando a un’evoluzione delle narrazioni di questo tipo e alla nascita di ramificazioni con ambientazioni diverse e con altri tipi di tecnologie chiamate in causa per descrivere delle ipotetiche aberrazioni del sistema.

Tornando al cyberpunk c’è da riconoscere ai primi autori una capacità notevole di immaginare l’ascesa della Rete e del cyberspazio in un momento in cui la prima non era che alle origini e il secondo qualcosa di davvero complicato da immaginare almeno fino alle fine degli anni ’90 del ventesimo secolo.

Cyberpunk Akira

Il cyberpunk nel cinema e nella televisione

Per quanto riguarda l’ambito cinematografico e televisivo, il cyberpunk è stato capace di dare nuova linfa alla fantascienza attraverso l’uso di un immaginario dark ed estremamente affascinante dal punto di vista visivo.

Uno dei primi lavori su celluloide che si rifanno al genere è il Blade Runner di Ridley Scott, targato 1982: la trasposizione del romanzo di Philip K. Dick “Gli Androidi Sognano Pecore Elettriche?” sarà in grado grazie soprattutto a un’estetica innovativa, di lasciare un segno indelebile non soltanto nella mente degli appassionati di sci-fi, ma anche in tutti i cultori della settima arte e in chi ha vissuto quegli anni ’80 fatti di grande entusiasmo così come di altrettanti striscianti timori sul futuro e sulle strade che si stavano percorrendo in quei tempi veloci e complicati.

Blade Runner fu l’inizio per il cinema di una rivoluzione stilistica che avrebbe continuato a cambiare e ad evolversi fino ai giorni nostri, adattandosi alle nuove scoperte e al modo in cui le diverse realtà della virtualità hanno cambiato il nostro modo di vivere e di intendere praticamente ogni aspetto della nostra relazione con il mondo e con la comunità e, in ultima istanza, come già detto, della nostra stessa esistenza.

Dal capolavoro con protagonista Harrison Ford, il cinema legato al cyberpunk ha vissuto momenti di altissima espressione artistica e punti più bassi in entrambi i casi legati anche alla sperimentazione tecnica e narrativa oltre che a quella dei temi e degli argomenti trattati e si è contraddistinto tanto nei live action quanto nelle realizzazioni animate, in particolar modo in quelle degli anime provenienti dal Giappone. 

Allo stesso modo, le ambientazioni cyberpunk hanno saputo entrare in narrazioni dai registri più differenti: se il thriller è l’espressione ideale per raccontare i temi di questa branca della fantascienza, il sottogenere non ha mancato di caratterizzare anche il cinema d’azione, l’horror e, in alcuni riuscitissimi casi, persino la commedia romantica, esistendo in maniera trasversale in ogni tipo di racconto e insinuandosi sempre di più nella cultura dell’immaginazione e in moltissimi casi dimostrandosi capace di anticipare la realtà.

Come già detto Blade Runner potrebbe essere stato il grande punto di svolta del cyberpunk cinematografico: l’idea di megalopoli mostrata nel film, così come quella dei personaggi tanto circondati di gente quanto soli spiritualmente, verranno riproposte e modificate innumerevoli volte nel corso dei decenni da altri titoli che diventeranno pietre miliari e che andremo a scoprire, nel tempo, in questo raccoglitore che vuole essere di riferimento per i cultori e un punto di partenza per chi, ancora a digiuno dell’argomento, voglia approcciarsi al genere.

Studieremo le tematiche e approfondiremo ogni aspetto delle narrazioni legate al cyberpunk, cercando di scandagliarne l’anima elettronica e di spillarne ogni goccia di liquido, che sia biologico o meno, senza dimenticarci di tutti i derivati del genere e dei loro vasti universi.

Andremo a scoprire come Akira abbia cambiato e influenzato l’animazione giapponese dei decenni seguenti e come Robocop sia stato capace di criticare un certo tipo di politica e di comunicazione mediatica attraverso la sua visione di un poliziotto infermabile. Ci lasceremo rapire dalle terribile guerre contro le intelligenze artificiali di Terminator e Matrix e andremo a scoprire le società distopiche di Brazil e di Strange Days, fino a inoltrarci sulle questioni etiche sollevate da Il Tredicesimo Piano passando attraverso i racconti più inquietanti e assurdi di Videodrome e PiGreco.

In tutto questo non ci dimenticheremo di capolavori fuori da ogni definizione di genere come Cowboy Bebop, ci faremo rapire dal racconto profondo e psichedelico di A Scanner Darkly e resteremo terrorizzati dalle visioni del futuro proposte da Black Mirror.

Intanto, per non tenervi a bocca asciutta, vi lasciamo alle recensioni di Westworld (in italiano Il Mondo dei Roboto), altro precursore del genere datato addirittura 1973 e di Demolition Man, con la sua distopia mascherata e due protagonisti d’eccezione in Sylvester Stallone e Wesley Snipes.