Non è un mistero che, su questi lidi, si indugi spesso nel parlare di Quentin Tarantino e della sua filmografia: recentemente, per celebrare i trent’anni di Pulp Fiction, il secondo lungometraggio del regista di Knoxville che lo consacrò nel panorama cinematografico mondiale, ve ne abbiamo presentato cinque iconici elementi scenici.
In passato, in un altro dei nostri approfondimenti, vi abbiamo parlato della particolare propensione del regista nel soffermarsi, con riprese ravvicinate, sui piedi femminili e, in particolare, su quelli della sua musa ispiratrice degli anni ‘90 e 2000, Uma Thurman.
Oggi, tornando a scrivere del nostro amato Mr Brown, approfondiremo, con una lista di 5 esempi, una tecnica di ripresa tanto cara a Tarantino da esserne quasi una firma, un marchio di fabbrica: stiamo parlando della trunk shot, la tipica ripresa tarantiniana di due (o più) personaggi dal bagagliaio di un’automobile che, per la ricorrenza con la quale è stata utilizzata nella sua filmografia, è finita per divenirne iconicamente rappresentativa.
Le Iene (1992)
Ne Le Iene, acclamato al Sundance Film Festival dalla critica e considerato uno tra i migliori film del regista nonostante fosse agli esordi, la macchina da presa inquadra Mr White (Harvey Keitel) e Mr Pink (Steve Buscemi) mentre ammirano con Mr Blonde (Michael Madsen), nel bagagliaio dell’auto di quest’ultimo, l’agente Nash, qualche minuto prima che si consumi la folle scena in cui Vic Vega è accompagnato dalle note di Stuck in the Middle With You.
Pulp Fiction (1994)
Sebbene l’inquadratura dalla misteriosa valigetta di Vincent Vega seduto sul gabinetto sia chiaramente una ripresa alla Tarantino, capace di porre, allo stesso tempo, l’attenzione sul personaggio mostrato e un alone di mistero sul contenuto della borsa, in Pulp Fiction, la trunk shot è utilizzata più propriamente quando Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) vengono inquadrati mentre prendono le loro pistole dal bagagliaio dell’auto parcheggiata sotto l’appartamento in cui verrà recitato il celeberrimo Ezechiele 25:17.
Jackie Brown (1997)
Anche in Jackie Brown, il film tratto dal romanzo noir Punch al rum di Elmore Leonard, è Samuel L. Jackson, nei panni, questa volta, del trafficante d’armi Ordell Robbie, a essere inquadrato dalla videocamera di Tarantino mentre cerca di convincere uno dei suoi scagnozzi, appena uscito su cauzione, ad entrare nel portabagagli della sua auto.
Kill Bill: Volume 1 (2003) e Volume 2 (2004)
Volendo considerare i due volumi che compongono Kill Bill, il revenge movie della Sposa in giallo, come un unicum, alla stregua di quanto fece Tarantino scrivendolo, ci sono ben due chiari esempi di trunk shot: nel primo capitolo, il punto di vista di cui si appropria la videocamera è quello di Sofie Fatale (Julie Dreyfus), migliore amica e avvocata di O-Ren Ishii, chiusa nel bagagliaio dell’auto di Beatrix Kiddo, mentre nel secondo è il personaggio interpretato da Uma Thurman a trovarsi nel bagagliaio dell’auto di Budd (Michael Madsen), che ha in mente per lei una particolare visita al cimitero.
Death Proof (Grindhouse) (2007)
Nell’episodio girato da Tarantino di Grindhouse, il film del 2007 che, insieme alla firma del regista di Knoxville vede quella del suo grande amico Robert Rodriguez, troviamo un altro chiaro utilizzo della videocamera posizionata nel vano portabagagli della Dodge Challenger del ‘70, mentre Zoe (Zoë Bell) e Kim (Tracie Thoms) guardano al suo interno per preparare il loro numero alla Punto zero.
Ovviamente, la tecnica di ripresa ormai considerata, nel mondo della settima arte, come marchio di fabbrica di Quentin Tarantino, tanto da divenirne un chiaro omaggio ogniqualvolta un regista ne faccia uso, non si esaurisce negli esempi sopra citati: anche in Bastardi senza gloria (2009) e in Django Unchained (2012) il regista fa uso di una ripresa simile, dal basso e con l’utilizzo di un obiettivo grandangolare, in grado di accrescere la potenza evocativa della scena, ma non si tratta propriamente di una trunk shot, non essendoci alcuna auto, alcun bagagliaio e nessun cofano a fare da cornice ai protagonisti della sequenza narrativa.