Hound’s Hill si è dimostrata una piacevole sorpresa per gli utenti di Netflix che hanno potuto godere di una buona miniserie thriller con un carattere certamente diverso rispetto ai tanti prodotti del genere provenienti dal mercato statunitense.
Il finale dello show polacco, dalla trama un po’ contorta, ribalta completamente le premesse della narrazione svelando il vero volto di ogni personaggio, sciogliendo tutti i nodi riguardanti gli eventi che hanno portato all’omicidio di Daria e mettendo le basi per il finale dedicato a Justyna.
Avvisando i lettori degli spoiler presenti in questo tentativo di spiegazione, e dopo aver presentato la nostra recensione di Hound’s Hill, vi lasciamo alla nostra analisi degli epiloghi di tutti i protagonisti di questo racconto turbolento e oscuro.

La Morte di Daria
La notte culminata con la tragica morta di Daria è cominciata con una festa in cui Mikolaj, Macius, Jarecki e Marek, per gioco, fanno prendere degli acidi a Sebastian, scatenando la furia della sorella che si allontana con lui per farlo riprendere dalle allucinazioni.
Mentre Mikolaj tornava a casa accompagnato dal padre, sconvolto per la reazione di Daria e visibilmente alterato dalle sostanze, però, la serata dei suoi amici e della sua ragazza stava per vivere il momento più terribile.
Macius, Jarecki e Marek, infatti, raggiunsero la giovane e la costrinsero a entrare in macchina per portarla nella foresta lasciando Gizmo da solo: quindi, i tre, violentarono a turno Daria, fino a che una sua reazione non portò Macius a ucciderla colpendola alla testa con una pietra.
L’arrivo di Sebastian nel tentativo di soccorrere la sorella servì soltanto a fornire un capro espiatorio al gruppo di aggressori, che fecero in modo che la colpa ricadesse sul ragazzo, incapace di difendersi, soprattutto a seguito delle violenze perpetrate dalla polizia per estorcergli una confessione.

La giustizia vendicativa e interessata di Tomek e la nuova consapevolezza di Mikolaj
Tomek venne a sapere la verità da Padre Bernat, zio di Marek e confessore di Macius: quando il padre di Mikolaj subì il primo infarto, credendolo in punto di morte, il sacerdote gli rivelò la verità su quella orribile notte, scatenando l’anima da giustiziere dell’uomo.
Tomek approfittò della questione relativa alla costruzione del nuovo albergo per mettere in atto il proprio piano: dopo aver rapito e ucciso Marek, fece lo stesso con il padre, suo vecchio amico e ormai deciso a cedere alle lusinghe del progetto degli investitori: l’assassinio dell’uomo, in particolare, servì a Tomek per dare vita alla teoria del complotto con cui farsi scudo.
Rapito anche Jarecki per poi prepararsi al gran finale avendo prelevato con la forza anche il prete, Macius e suo figlio, Tomek appaga il suo personalissimo senso di giustizia nascondendo il tutto dietro la presunta macchinazione dei dirigenti di Zybork e sfruttando il caos che avrebbe generato la vicenda.
Justyna accortasi per caso di come qualcosa non andasse per il verso giusto, si ritrova nella stessa stanza della casa abbandonata che era stata del nonno di Mikolaj e in cui la sanguinosa vendetta sta per compiersi.
Rinchiuso nello scantinato con il prete, intanto, Mikolaj viene a sapere quello che davvero è successo dopo la festa e una volta messo faccia a faccia con Macius toglie dalle mani del padre il fucile per giustiziare con le proprie mani il colpevole dell’assassinio di Daria.
Justyna, testimone di tutto, verrà lasciata libera con la consapevolezza che se anche avesse voluto raccontare come fossero andate le cose nessuno le avrebbe creduto visto il suo coinvolgimento in tutta la questione legata alla costruzione dell’albergo, il suo essersi esposta per la liberazione di Tomek e considerato come avesse già inviato il suo articolo alla redazione del suo nuovo giornale.
Anche se non ci viene mostrato apertamente, è più che probabile che Padre Bernat venga ucciso e lasciato bruciare insieme agli altri cadaveri, eliminando tutti quelli che fossero colpevoli, dell’omicidio di Daria o del suo insabbiamento.

Il finale di Hound’s Hill: un nuovo inizio per Zybork e per Justyna, un vecchio demone per Mikolaj
Sistemate in un colpo solo la questione relativa all’assassinio di Daria e quella più prettamente politica, Tomek diventa, di fatto, il nuovo padrone della città, potendo contare sull’appoggio dell’investitore tedesco, del comandante della polizia che aveva estorto la confessione di Sebastian e del capo della comunità rom, ognuno con i propri interessi da proteggere, dopo il cambio di regime.
Justyna, dal canto suo, torna ad avere una relazione con il suo vecchio responsabile di redazione e vince un prestigioso premio giornalistico grazie al suo reportage, per quanto non sia del tutto chiaro se nel pezzo scritto dalla donna sia raccontata la verità o la narrazione che Tomek l’aveva portata a credere come reale.
Mikolaj, nonostante la nuova vita a Zybork e l’inizio di un nuovo amore con Kaska, continua a essere tormentato dal pensiero di Daria: la scena finale ce lo mostra in un bagno, incosciente o forse morto, dopo una dose di eroina, lasciandoci con la certezza che, qualunque sia stato il suo destino, la droga sia tornata prepotentemente a far parte della sua vita.
