Steve, film distribuito su Netflix e con protagonista Cillian Murphy, propone un racconto che pone l’accento sull’importanza che un sostegno possa rappresentare per affrontare problemi mentali e demoni interiori e sulle difficoltà del nostro sistema ad accettare chi sia rimasto indietro e chi del tentativo di recuperare e reinserire abbia fatto uno stile di vita.
Al termine di una narrazione concitata e piena di sorprese e di spunti di riflessione, l’opera sceneggiata da Max Porter lascia il pubblico con un finale agrodolce e aperto alle interpretazioni, perfetto per veicolare il messaggio dell’autore.
Dopo aver condiviso la nostra recensione di Steve e avvisando degli spoiler presenti in questo articolo, torniamo dunque a occuparci del lungometraggio diretto da Tim Mielants per proporre la nostra spiegazione del finale della storia.

Spiegazione del finale di Steve
Come termina la vicenda di Shy? C’entra qualcosa l’intervento di Steve?
Quando i documentaristi entrano di nascosto nella stanza di Shy scopriamo che il ragazzo abbia riempito fino all’orlo il proprio zaino con un mucchio di sassi (come quello che mostra a Steve nella primissima scena).
L’idea di un significato metaforico che potesse rifarsi al bellissimo epilogo del Soffocare scritto da Chuck Palahniuk decade nel momento della terribile rivelazione che la borsa così appesantita sia lo strumento lucidamente preparato da Shy per suicidarsi nel lago adiacente la scuola.
La chiamata di sua madre decisa a chiudere definitivamente i rapporti con lui aveva pesato sulla sua già instabile condizione emotiva portandolo a decidere di mettere in atto quel piano già ponderato e in qualche modo programmato.
Quando Steve si accorge dell’assenza di Shy dalla sua camera il giovane è già per metà immerso nell’acqua, con la fine che sembra essere vicina a prescindere dai tentativi degli insegnanti e dei lavoratori della scuola di trovarlo.
Mentre si sente una registrazione del direttore della scuola diretta a Shola, però, ci viene mostrato Shy, completamente zuppo, raccogliere le pietre della borsa per lanciarle contro i vetri di Stanton Wood prima di essere raggiunto e abbracciato dai suoi compagni, dal personale e da Steve.
In un temporaneo motto di speranza, il ragazzo sembra infatti aver deciso di sfogare la propria rabbia in modo diverso e di continuare a vivere, per quanto la sua poca lucidità e la caducità di quella scelta siano testimoniate dal continuo cambio di espressioni facciali nel momento in cui si ritrova circondato dai propri amici ma comunque braccato da qualcosa di tremendo.
Non è spiegato cosa abbia fatto cambiare idea a Shy e se in qualche modo possa c’entrare l’intervento di Steve: interrogato sulla questione da Screen Rant, Cillian Murphy ha spiegato che stia soltanto al pubblico decidere cosa sia davvero avvenuto e ha invitato a leggere il romanzo originale caratterizzato da un’altra versione del finale.

Come finisce l’arco narrativo di Steve?
Dopo la nottata passata a Stanton Wood Steve torna a casa dalle sue figlie e dalla sua compagna, sforzandosi per fare in modo che il peso di quanto appena vissuto non ricada su di loro indossando una maschera di serenità.
Poggiatosi sul letto, però, invece di mettersi finalmente a dormire, scende al piano di sotto per prendere una bottiglia da portare con sé in soffitta, dove la telecamera non lo segue se non per mostrare solo uno dei suoi occhi, stanco e gemello di quello di Shy intento a guardare una foto di una particolare scogliera scolpita dalle acque.
Non è chiaro quali siano le intenzioni dell’uomo (e se si limitino soltanto alla voglia di perdere i sensi grazie all’alcool o si possano concretizzare in qualcosa di più tetro e definitivo), distrutto dall’imminente chiusura della scuola, dai suoi problemi di dipendenza e dal senso di colpa per l’incidente in cui era rimasto coinvolto tre anni prima ma allo stesso tempo molto più consapevole di Shy del fatto che nonostante le sofferenze e le difficoltà la vita abbia tantissimo da offrire a patto di essere resilienti come quelle rocce a picco sul mare.
