L’ottavo episodio di The Penguin, Una Grave o Piccola Colpa, conclude il racconto presentato dalla serie HBO distribuita in Italia su Sky E Now, preparando il pubblico a quello che sarà il secondo capitolo cinematografico dell’Epica Saga Criminale di Batman.
In una puntata, se possibile, dalle tinte ancora più oscure, la battaglia per il controllo del mondo criminale di Gotham giunge finalmente al termine delineando nuovi equilibri e segnando la formazione definitiva del villain con cui il Cavaliere Oscuro dovrà tornare a confrontarsi.
Una Grave o Piccola Colpa rappresenta un epilogo con tanta carne sul fuoco, in cui tutti i nodi vengono al pettine e in cui la personalità di ogni personaggio emerge dalle maschere che hanno indossato nel corso della narrazione dello show ideato dalla sceneggiatrice Lauren LeFranc.
Il capitolo più lungo in termini di minutaggio scava nella profondità dell’animo di Oswald, mostrandolo al pubblico in tutta la sua crudezza e presentando, finalmente, un Pinguino figlio e prima espressione di una città corrotta, sporca e sempre più priva di speranza.
La battaglia finale
L’ottavo episodio di The Penguin si apre con un viaggio nel passato di Francis, ipnotizzata da Rush e costretta a rivivere la scoperta dell’abbandono dei fratelli nei tunnel delle fogne da parte del figlio Oz, di cui era sempre stata consapevole.
Intanto, Victor, dopo aver contattato i capi delle diverse bande di Gotham per correre in aiuto di Oswald, si rende ancora una volta conto di quanto conti la parola data nel nuovo contesto di cui è entrato a far parte e si ritrova di nuovo solo al fianco del suo mentore criminale.
Il Pinguino si troverà con le spalle al muro per l’ennesima volta, ora nudo di fronte a tutti e costretto ad ammettere e ad affrontare le sue più grandi colpe in un momento in cui sarebbe per lui fondamentale essere lucido per poter gestire il caos in cui continua a essere invischiato.
Un ultimo episodio dal forte carattere introspettivo
Una Grave o Piccola Colpa, episodio diretto da Jennifer Getzinger e scritto da Lauren LeFranc, che torna allo script dopo l’incredibile prima puntata di The Penguin, pur mantenendo una struttura stilistica e narrativa simile al resto dello show, se ne distacca cercando di scavare ancora più a fondo nella psiche perversa del protagonista interpretato da Colin Farrell.
Il personaggio del Pinguino, sviscerata ormai ogni sua nefandezza, riuscirà, in questo senso, a risultare ancora più riprovevole e privo di qualsiasi sentimento di colpa o di vergogna, preso com’è dalle sue speranze, dalle sue ambizioni e dal suo bisogno di nutrire costantemente un senso d’inferiorità che lo strangola senza tregua.
Il Pinguino che ci ritroviamo di fronte, è, in effetti, un perfetto villain da fumetto la cui malvagità risulta contestualizzata, in un universo realistico come quello costruito dalla saga di The Batman, come appartenente a un uomo che, col tempo, si è fatto sempre meno sensibile e quasi psicopatico, nell’ancor più terribile accezione clinica del termine.
I suoi atteggiamenti e le relazioni che ha portato avanti durante il racconto di questo spin off del film di Matt Reeves continuano a seguire le stesse dinamiche dalla prima puntata, risultando, a un tempo, ancora sorprendenti e sempre più convincenti agli occhi dello spettatore.
In maniera meno minuziosa, ma non per questo priva di attenzione, ci viene raccontato lo sviluppo finale degli altri personaggi, che, quantomeno, in un modo o nell’altro, sembrano imparare dal passato e dai propri errori, al contrario di quanto avvenga costantemente con Oz.
Sofia Gigante, dal canto suo, ci viene mostrata nella sua disperata ricerca di una redenzione e di uno scenario completamente nuovo che, insegue, al pari della vendetta nei confronti del suo nemico, con l’incredibile voracità che l’ha sempre contraddistinta e che, in una città come quella in cui si ritrova a vivere, sembrano impossibili da trovare.
La Gotham dipinta nella serie HBO, infatti, continua a fare paura anche senza pioggia o nel pieno della luce del giorno, corrotta dalle radici e sporca di un fango che continua a espandersi soffocandola, in un circolo vizioso che non sembra poter avere fine.
L’ultimo episodio di The Penguin, sebbene un po’ più didascalico nella sua narrazione, presenta una genesi del cattivo di Batman che risulta essere tremendamente umano nella sua nefandezza e che si ritrova a vivere in una città che sembra fatta su misura per lui e adatta ad alimentare i suoi peggiori istinti.
Dal punto di vista tecnico, la regia della Getzinger si lascia ispirare dal carisma dei personaggi e dalla forza espressiva di un cast sempre al limite della perfezione e da una fotografia ancora più curata che nelle altre puntate e che preferisce l’atmosfera alla bellezza visiva fine a se stessa.
Una Grave o Piccola Colpa, pur non disdegnando un paio di momenti di azione, è un epilogo che mantiene il ritmo riflessivo e compassato dei capitoli precedenti senza mai dare un’impressione di staticità o di stanchezza, giungendo al suo termine in grande stile e regalando una sorpresa finale che prepara tutti i fan DC al futuro di una saga pronta a decollare definitivamente.
The Penguin è, dall’inizio alla fine, un grande esempio di narrazione noir
The Penguin ha concluso il suo viaggio mettendo a nudo un personaggio difficile da comprendere e con il quale empatizzare sembra quasi impossibile, perfetto, in questo senso, per essere contrapposto a uno degli eroi dei fumetti più amati di sempre.
Uno show di altissimo livello, costruito senza timori reverenziali nei confronti del materiale originale e senza snaturare l’idea di portare avanti un prodotto noir che si distacchi dall’idea di cinecomic cui siamo stati abituati negli ultimi anni.
Il finale di stagione (o di serie) non lascia alcun interrogativo aperto e prepara una serie di nuovi archi narrativi che potranno essere sviluppati in altri spin off così come nei lungometraggi del franchise che si andrà ad affiancare al nuovo DC Universe di James Gunn.
In attesa di avere news a proposito di altre opere correlate dopo la smentita dei lavori su una serie sul Joker, vi lasciamo alla nostra recensione del settimo episodio di The Penguin e alle parole del designer del trucco di Colin Farrell a proposito del lavoro fatto per la bellissima serie HBO.
Voto: 8/10