Nonostante ogni episodio di Amsterdam Empire si apra con il disclaimer che avvisa gli spettatori del fatto che il racconto presentato nella serie tv di origine olandese targata Netflix sia frutto dell’immaginazione degli autori e non voglia chiamare in causa persone o entità esistenti, pare abbastanza ovvio che la catena di coffeeshop del protagonista sia ispirata a un importantissimo marchio del settore conosciuto a livello internazionale.
Come The Jackal nella finzione, infatti, The Bulldog rappresenta nel mondo reale un punto di riferimento per la sottocultura legata alla marijuana essendosi consolidato nei decenni come simbolo tanto nella capitale dei Paesi Bassi quanto in tutto il resto del mondo.
Dopo aver ricordato la storia vera dietro la narrazione del film The Order, andiamo dunque a scoprire qualcosa di più sulle similitudini tra i due brand, ribadendo, come è doveroso, che la vicenda, la trama e ogni genere di situazione presentata in Amsterdam Empire non sia in alcun modo legata all’azienda che ha visto la sua genesi nella città delle 3X.

The Bulldog: la storia
Gli inizi
Come riportato nel sito ufficiale del marchio, il creatore di The Bulldog, Henk de Vries, ebbe l’idea di commerciare in marijuana quando si rese conto, durante un festival a Rotterdam nei primi anni ’70 del ventesimo secolo, della facilità con cui quel tipo di prodotto si vendesse e di quanto le forze di polizia fossero restie a perseguire il reato di vendita di cannabis.
La società dei Paesi Bassi, infatti, al contrario di quanto accadeva in tutto il mondo in quel periodo, stava cominciando ad adottare una filosofia di riduzione del danno e di sensibilizzazione che puntasse più su limitare i fenomeni di degrado, di violenza e di pericolo (personale e della comunità) che sull’idea di punire legalmente e che ha condotto alla politica di tolleranza ancora in vigore nel paese.
Dopo l’exploit di Rotterdam, de Vries si accorse delle potenzialità della questione decidendo di dismettere il sexy shop ereditato dal padre per trasformarlo in un locale in cui vendere prodotti derivati dalla cannabis permettendo allo stesso tempo agli avventori di mangiare, bere e fumare in un luogo sicuro e dall’atmosfera rilassata.
Il primo coffeeshop di Amsterdam, The Bulldog, nacque nel 1975 andando formalmente contro la legge ma ricevendo una risposta positiva da parte della cittadinanza e contribuendo a modificare usi e costumi e, di conseguenza, la successiva risposta del governo.
Voglio creare un’atmosfera da salotto. Un’atmosfera piacevole, rilassata. Un posto dove le persone possano fumare, chiacchierare e stare bene. Non c’è niente di meglio
Henk de Vries

L’espansione e il riconoscimento internazionale
Dopo i primi difficili mesi di braccio di ferro tra il neonato The Bulldog e le autorità locali, l’ufficializzazione delle legge che di fatto portava alla tolleranza dell’uso di droghe leggere ha segnato un momento di svolta per il coffeeshop antesignano di una vera e propria rivoluzione culturale.
Sebbene sempre costretti a un difficile cammino sul filo dell’illegalità (la legge dei Paesi Bassi in materia di stupefacenti è in questo senso molto contraddittoria), i coffeshop cominciarono a imporsi sul territorio mentre The Bulldog continuava a espandere la propria notorietà e la propria iconicità.
L’apertura, nel 1985, di un secondo punto vendita a Leidseplein, in quello che era stato un commissariato di polizia, segnò il passo verso l’espansione del marchio che, a oggi, può contare su 5 diversi coffeeshop situati ad Amsterdam, 2 Social Club in Spagna e diversi alberghi e ristoranti sparsi tra Europa e Canada.
Da decenni, ormai, The Bulldog (che proprio nel 2025 compie 50 anni) è uno dei brand più conosciuti e influenti del settore, con il suo logo, il bulldog nella cornice rotonda, ad accompagnare prodotti per fumare e merchandise di ogni tipo.

Le similitudini tra The Bulldog della realtà e The Jackal di Amsterdam Empire
Le similitudini tra l’impero presentato nello show della piattaforma dalla N rossa e la catena di coffeeshop di Amsterdam che ci hanno fatto pensare a un chiaro riferimento, per quanto solo per quello che riguardi l’ispirazione per la storia, sono numerose.
Innanzitutto il logo: se The Jackal, come da nome, ha come simbolo uno sciacallo riprodotto in forma di cartone animato e racchiuso in un cerchio mentre fuma uno spinello, The Bulldog è rappresentato nel mondo dal cane con il collare rosso e incorniciato da un cerchio blu.
In secondo luogo, lo status di The Jackal, presentato come un marchio internazionale a cui fanno riferimento diversi coffeshop, pare assolutamente sovrapponibile al tipo di fama e di riconoscimento dell’azienda di de Vries.
C’è poi da considerare la somiglianza tra il locale della serie tv e il primo The Bulldog: entrambi i coffeshop presentano muri ricoperti di scritte e graffiti e la stessa atmosfera buia e allo stesso tempo accogliente.
Infine, i due proprietari: come Jack van Doorn in Amsterdam Empire, Henk de Vries è considerato una leggenda vivente sia per la sua capacità di trasformare un’idea in un impero finanziario sia per la sua influenza sul mondo della cannabis e sulla società dei Paesi Bassi.
A lui e alla sua creatura si deve il concetto stesso di coffeeshop e la possibilità che un’impresa legata alla marijuana abbia potuto proliferare a livello globale, nonostante le restrizioni legali e l’ostilità della politica internazionale in materia, attraverso la diversificazione e la costruzione di un brand che si rivolge a una nicchia specifica e che in quel particolare ambito è divenuto portabandiera (per quanto concerne il ruolo di impresa) di uno stile di vita.

Fonte: The Bulldog – The Bulldog – CEDRO
